Perchè tutelare sempre e comunque i diritti umani

Si parla tanto di diritti umani ma forse non tutti hanno le idee chiare su cosa sono i diritti umani e perché é importante tutelarli sempre e comunque.

Quando si parla di diritti umani si fa riferimento a quei diritti fondamentali e inviolabili che spettano agli uomini in quanto uomini, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di ceto sociale o altro.

Sono diritti umani, ad esempio, il diritto alla vita, la libertà di parola e di fede, ma anche la libertà di ottenere un lavoro, di intraprendere una carriera, di scegliersi il proprio partner e di crescere i propri figli, di avere un giusto processo, di non subire tortura.

Sono diritti umani anche il diritto a viaggiare e il diritto al tempo libero.

Qualificarli come diritti significa che non dipendono dalla carità, dalla benevolenza o dall’amore e nemmeno dall’arbitrio dello stato e/o dei governanti, ma che spettano a ciascun individuo “di diritto” e che ogni stato è tenuto (o dovrebbe essere tenuto) a garantire che tali diritti siano rispettati e goduti effettivamente dai cittadini, approntando leggi o altri strumenti affinché gli individui possano effettivamente esercitarli.

Ma perché è importante anzi fondamentale esigere sempre e comunque il rispetto dei diritti umani, anche quelli di persone che potremmo pensare non se lo meriterebbero?

Infatti si sente spesso dire, soprattutto con riferimento a casi in cui sono coinvolte persone indagate o magari già condannate per reati gravi o addirittura gravissimi: perché dobbiamo tutelare i diritti umani anche di quella persona?

Potrei darvi varie risposte, invocando principi di filosofia del diritto, ma preferisco darvene una semplice e chiara e anche un po’ egoistica: devo far rispettare i diritti degli altri, perché vengano sempre rispettati anche i miei diritti umani.

Se mai dovessi subire un processo, ad esempio, vorrò sicuramente avere il diritto a difendermi, ad avere un processo giusto, a non subire torture per costringermi a confessare cose che magari non ho fatto, ma come potrei invocare questi diritti se ho lasciato tranquillamente che non venissero applicati ad altri?

Consentire anche solo un’eccezione, può voler dire autorizzare sempre più eccezioni perché significa che quel diritto non é più fondamentale, non é più intoccabile.

Vuol dire che quando fossi io a chiedere il riconoscimento di un mio diritto fondamentale potrei sentirmi dire che non mi viene riconosciuto perché non me lo merito o perché appartengo ad una categoria che non si merita quel diritto. 

Capisco che a volte possa dar fastidio vedere tutelati diritti di persone incriminate dei peggiori crimini, ma ricordiamoci che quando tuteliamo i loro diritti tuteliamo anche i nostri.

Non facciamo confusione: tutelare i diritti fondamentali non comporta minimamente assolvere le persone o lasciarle impuntite, vuol dire solo garantire loro un giusto processo, con la possibilità di difendersi. Ricordiamoci che a volte possono venire incriminate le persone sbagliate e che gli errori giudiziari purtroppo esistono. 

Provate a pensare di essere incriminati per errore, non vorreste avere la possibilità di provare che c’è stato un errore?

Non facciamo nemmeno l’errore di accettare che i diritti fondamentali vengano ridotti o eliminati per determinate categorie di persone, perchè magari sono categorie di persone che non ci piacciono. Oggi magari non facciamo parte della categoria discriminata, ma siamo sicuri che domani non saremo noi a far parte della categoria discriminata?

Prendiamo esempio dalla storia.

I regimi totalitari iniziano sempre a togliere i diritti e le libertà ai gruppi più emarginati, quelli che poco interessano alla maggioranza della popolazione e piano piano estendono queste privazioni, fino a quando non ci sono più diritti e libertà per nessuno.

Come disse il pastore Martin Niemöller in un sermone divenuto famoso:

Quando i nazisti presero i comunisti,

io non dissi nulla

perché non ero comunista. 

Quando rinchiusero i socialdemocratici

io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico.

Quando presero i sindacalisti,

io non dissi nulla

perché non ero sindacalista. 

Poi presero gli ebrei, 

e io non dissi nulla 

perché non ero ebreo. 

Poi vennero a prendere me. 

E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa»

Roberto Loffredo

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